martedì 6 novembre 2007

Costituzione del Comitato per lo sviluppo dell’ Agro-Ittica del Piceno

Da diverso tempo il CAAP è vittima di polemiche, che spesso trovano ampio spazio nei giornali locali, ma che non mancano di esordire effetti negativi sulle economie interne delle aziende interessate.
Diffondere, infatti, l’idea non fondata di una imminente crisi del centro, porta allarmismo e diffidenza da parte di chi si appresta concludere importanti transazioni con le aziende interessate.
Per meglio comprendere il reale aspetto della questione, ai fini della chiarezza risulta opportuno effettuare alcune precisazioni, soprattutto in virtù del fatto che la tesi presentata dagli oppositori al CAAP si basa su un voluto stato di confusione.
A leggere le cronache di questi giorni sulla presunta crisi del comparto agro-ittico industriale, inatti, ci si rende conto dell’estrema confusione che regna sia nelle redazioni dei giornali, sia tra i politici oggi in carica.
Per offrire a chiunque una chiave di lettura corretta ed oggettiva della problematica si ritiene opportuno fare alcune precisazioni, distinguendo per altro le entità che operano nel settore, ovvero:
- CAAP (Centro Agro Alimentare Piceno) posizionato nei pressi del casello di San Benedetto sud;
- Distretto agro-ittico industriale;
- Imprese agroidustriali.
Premesso che le tre realtà costituiscono nel complesso il settore agro – ittico - industriale, bisogna ricordare che sono comunque entità distinte, pertanto con problematiche differenti su pur in parte complementari.
Le entità in gioco, tuttavia, spesso volutamente o erroneamente si confondono soprattutto nelle polemiche di chi vorrebbe vedere il CAAP chiuso.
Il Centro Agro Alimentare Piceno, di seguito nominato CAAP è un area produttiva organizzata che si sviluppa come logica evoluzione di un comparto produttivo di rilievo per la provincia di Ascoli Piceno e dalle caratteristiche pressoché uniche.
Il CAAP, infatti, si sviluppa a cavallo di due settori storici per queste aree, ovvero il comparto agricolo ed il comparto pesca, fungendo da punto di riferimento per una area produttiva peculiare, caratterizzata da produzioni eterogenee, tra i due settori e da struttura rappresentativa del distretto agroalimentare.
IL CAAP è posto in una delle aree più strategiche della provincia ascolana, ovvero al centro di importanti snodi stradali, che permettono una rapida connessione tra aree di produzione primaria (campagne dell’interland Ascolano ed il porto di san benedetto) ed il centro stesso.
Il CAAP è posto, pertanto, in una area geografica di grande interesse, essendo facilmente raggiungibile sia dal nord, sia dal sud Italia, manifestando una notevole potenzialità strategica.
Il distretto Agroalimentare è, invece, una realtà più ampia del CAAP, del quale esso è parte integrante, e raggruppa tutte le imprese agroalimentari operanti nella provincia di Ascoli Piceno.
Il distretto Agroindustriale non è una impresa e non ha una gestione propria, tuttavia è una area geo economica caratterizzata dalla vocazione delle imprese in essa presenti.
Se infatti si parla di “Distretto Agroindustriale” vuole dire che una intensa attività i imprese specializzate hanno permesso una definizione di una intera area geografica, sinonimo di sviluppo positivo e concreto.
All’interno di questo contesto è inseribile la crisi di due aziende, la Foodinvest e l’Arena, che benché operino nel contesto descritto, non né sono rappresentative dello stato di salute.
Tali aziende hanno, infatti, caratteristiche multinazionali ed una struttura organizzativa di livello superiore, rispetto alle rimanenti imprese alimentari autoctone, e sono oggi fortemente nella turbolenza finanziaria non a causa delle attività svolte dagli stabilimenti qui dislocati ma per iniziative e gestioni produttive e commerciali disgiunte da esse.
Le imprese agroalimentari, invece, rappresentano il reale protagonista dell’economia locale, svolgendo le proprie attività, sia nel CAAP sia nel distretto agroindustriale.
Le imprese sono medio piccole, rappresentative del settore, riescono con la loro flessibilità ad adeguarsi ai mutamenti di mercato e per questo hanno ancora un importante appeal sia per grossisti nazionali sia per la grande e media distribuzione organizzata.
Si riferisce, a seguito di studi accreditati un buono stato di salute generale, che ben fa presupporre per sviluppi futuri.
Il CAAP ha al suo interno la gamma completa delle referenze agro-ittiche alimentari sostenute da imprese altamente specializzate che, per conformazione, permettono il raggiungimento di elevati standard qualitativi.
Nel complesso, pertanto, l’intero settore è in buona salute grazie agli enormi sforzi che le proprietà e i loro dipendenti profondono per far fronte ad una concorrenza, ormai globale, fortemente supportata dai poteri politici locali.
Si ravvisa una notevole professionalità d’impresa che sviluppa con il suo indotto un fatturato stimato in oltre 600 milioni di euro e con oltre 1000 occupati che ha reagito positivamente con le proprie forze alla cosiddetta globalizzazione e che ora necessita di un piano strategico di intervento pubblico per potersi ulteriormente sviluppare.
Da qui la necessità di reagire al clima di disimpegno messo in atto da alcuni esponenti del governo locale e regionale.
Quando il vicepresidente regionale Luciano Agostini afferma che il CAAP va venduto e quando il sindaco Gaspari annaspa su proposte di sostegno impraticabili ci si rende conto che non è tenuta in nessuna considerazione la realtà descritta, creando così un allarme sociale negli addetti, e nel loro sistema creditizio, nonché il sospetto di essere governati con approssimazione e prosopopea.
Oggi quello che veramente manca al settore è un interesse di spessore dalla parte politica locale e regionale che porti a formulare un piano strategico complessivo in cui trovare le soluzioni anche per Arena e Foodinvest e per le aziende che in questi anni hanno operato con difficoltà iniziali, mancando una vera e propria governance .
Lo stesso studio cui ha fatto riferimento Agostini detta spunti interessanti che andrebbero approfonditi su questi argomenti.
Considerando ormai prossima l’emissione dei bandi per i fondi strutturali relativi al periodo 2007/2013 si costituisce spontaneamentne un comitato promotore di aziende interne al comparto, con lo scopo di promuovere le necessarie iniziative di rilancio.
Indicando, pertanto, come dannosa la disinformazione di tali fonti, invitiamo i responsabili a rettificare tali notizie, ma di fatto, consapevoli che questa soluzione è una utopia, invitiamo comunque i responsabili in futuro a porre fine a tali comportamenti.
Si ricorda, infatti, che tali comportamenti risultano decisamente sconvenienti per l’immagine sia del CAAP, sia delle imprese in esso operanti che senza giustificazione indicate come fallimentari perdono credibilità di fronte a clienti e fornitori, credibilità costruita con anni di sacrifici e duro lavoro.
A tal punto ci si chiede dove sia l’interesse i tale operazione mediatica e soprattutto di chi, ignorando ingenuamente i reali interessi di taluni esponenti della classe politica locale.
Si fa però presente che ad una crisi indotta, nel CAAP, nelle imprese locali e nel distretto agroalimentre, corrisponde la reale crisi di molte famiglie ascolane per le quali il settore rappresenta una importante fonte di sostentamento.
Per le motivazioni esposte si costituisce un comitato di promozione del CAAP finalizzato alla difesa degli operatori del settore, delle imprese e dell’economia locale.
L’attuale sviluppo di imprese di rilievo, nonché una situazione dei bilancio del CAAP stabile definiscono un tempo maturo per porre in essere opportune strategie comuni.
In tale ottica si intende rendere partecipe di tale iniziativa le amministrazioni locali, associazioni di categorie e sindacati, avviando un tavolo di concertazione per le attività future.
Nel contempo si propone un primo programma di interventi con carattere di urgenza, volti alla tutela ed alla riorganizzazione del comparto agroalimentare.
Programma del Comitato per lo sviluppo dell’ Agro-Ittica del Piceno

Il settore soffre di una mancata strategia di consolidamento e sviluppo ormai perdurante da molti anni.
Ad oggi non si intravedono programmi che nel breve e medio periodo possano innescare una inversione di tendenza necessaria a salvaguardare gli investimenti effettuati ed il destino di centinaia di posti di lavoro altamente qualificati.
La nostra frammentazione, la mancanza di unità degli operatori unita alla assenza di strategia complessiva da parte delle Amministrazioni pubbliche concorrono a creare le condizioni di una crisi settoriale che può portare le nostre aziende al disastro economico-finanziario.
Sono in via di attuazione i programmi di finanziamento comunitario che riguardano gli ambiti dell’ agricoltura e della pesca e la nostra zona non ha presentato una programmazione atta al loro pieno utilizzo.
Il Comitato si propone di intervenire su queste linee programmatiche.
Creazione di un Osservatorio per la raccolta dati sullo stato del settore e di monitoraggio costante dell’ andamento produttivo e finanziario delle imprese nelle varie tipologie di attività.
Creazione di strutture di riferimento che permettano nel breve e medio periodo un concreto sviluppo delle imprese, mediante la realizzazione di:
- Ufficio stampa
- Ufficio marketing
- Ufficio qualità
Azioni volte al raggruppamento ed alle sinergie delle varie imprese in un piano organico di investimenti ed organizzazione innovativa.
Formulazione di un Piano strategico di settore che preveda:
1 Un piano di investimenti finanziabili per l’ ammodernamento delle strutture e degli impianti di produzione delle imprese.
2 Un piano di investimenti per la creazione di un marchio di area e suo lancio sul mercato nazionale ed europeo.
3 Un piano di investimenti nell’innovazione di prodotto e la loro certificazione.
4 Un piano di investimenti volto ad una maggiore penetrazione commerciale tramite l’organizzazione di eventi fieristici e promozionali e accordi diretti con i canali della distribuzione sia in ambito locale che nazionale.
5 Un piano di investimento per una maggiore produzione primaria sia in campo agricolo che ittico con particolare riferimento alla difesa delle specie adriatiche oggi a rischio di estinzione.
Un piano di qualificazione e riclassificazione professionale degli addetti.
L’ accesso agevolato al credito bancario tramite l’ istituzione di linee di credito specifico.
Apertura di tavolo di trattative con gli esponenti del governo locale, delle associazioni di categoria di produttori, delle associazioni di consumatori e dei sindacati

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